fotografia

Dada, Rotella e Fontana – di Gianfranco Bellini

SCENA: ESTERNO GIORNO – STRADA DI PERIFERIA MILANESE – Cielo azzurro, sole caldo di una metà pomeriggio di fine estate. Bambini e nonni sparsi nel verde tra i palazzi, poche auto ed io che passeggio con la macchina fotografica legata al polso. Non è una semplice passeggiata. Sono a caccia!

A caccia d’immagini e d’ispirazione.

Qualcuno esce da una fermata della metropolitana trascinando valige, mi guardano con curiosità perché ogni tanto m’inginocchio e faccio una foto. Anche un paio di ragazzi sugli skateboard mi danno un’occhiata dall’alto in basso: che fotograferà? Quella robaccia prima incollata e poi stracciata che sta sulla palizzata, e che non vediamo più da anni?

Il rumore delle ruote sull’asfalto si allontana, mi alzo e riprendo la strada.

Camminare a me muove i pensieri, li libera. Mi piace lasciarli andare, vedere dove vanno, dove mi portano.

Eccoli che si appoggiano alle facciate dei palazzi, al verde degli alberi o che scorrono sulla palizzata che sto seguendo. Pensieri che al ritmo del mio passo mettono insieme il dadaismo, Mimmo Rotella e Lucio Fontana.

Guardo, e fotografo, manifesti pensando al ready-made dei dada. Penso a quanto sia interessante strappare o incollare strati di carta per mostrare squarci della realtà quotidiana, che appaiono nuovi nella luce creata dallo strappo.

Strappo, strappo … taglio … Lucio Fontana!

Un’artista mostra uno strato di quotidianità togliendolo dalla banalità e l’altro t’invita a squarciare la superficie per andare oltre l’illusione della prospettiva. Una superficie piatta, uniforme, fatta solo di altezza e lunghezza improvvisamente acquista profondità.

E il pensiero va (come dice la canzone) e si ferma sulla sincronicità di Junghiana memoria: davanti a me alcuni manifesti che non sono stracciati ma tagliati. Crepe fatte da un’artista involontario che aprono sul buio che sta sotto.

Strati che nascondono e rivelano, come quelle pensiline, trasparenti un tempo e che ora filtrano il paesaggio attorno aggiungendo segni e disegni. Tag e scritte si sovrappongono alle facciate, al cielo …

Forse anche Rotella oggi, qui si sarebbe divertito.

Ecco, è la storia di questi scatti.

Gianfranco Bellini

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