Maria Luisa Paolillofotografia

Maria Luisa Paolillo – mostra fotografica Omaggio a Emilio Tadini – Casa Museo Spazio Tadini

Maria Luisa Paolillo – opere scelte da Francesco Tadini per la mostra fotografica Omaggio a Emilio TadiniCasa Museo Spazio Tadini 23 febbraio – 18 marzo 2018.

Sapevo che era ancora in città e che ancora si aggirava per strade e locali, per teatri e corti. Lo sapevo ma non lo avevo mai cercato. Troppo presa a discutere con Milano e con le sue contraddizioni. Nell’affannoso tentativo di capirla e di andarci d’accordo, avevo trascurato proprio lui, lui che l’ha passeggiata, vissuta, amata. Sì, proprio lui che meglio di tanti altri l’ha raccontata e che, come nessun altro, avrebbe potuto raccontarla a me.
E così, raccogliendo la sfida, culturale prima che fotografica, lanciata dal figlio Francesco, mi sono messa a cercarlo. Mi sono messa a cercare Emilio Tadini. Dapprima nelle lettere ebraiche. Sì proprio quelle, che mai avrei pensato di trovare in lui, e che invece per prime mi hanno attirata, come calamite un pezzo di ferro grezzo. Partendo da אהבה, AHAVAH, l’Amore che drammaticamente nasce da un SI’ e da un NO, che genera vita e genera morte, che è “comunque – anche la sola/ parola – a tenere separato/ dal niente l’umano”, nei sei acrilici su tela che compongono la serie biblica dipinta da Emilio Tadini nel 1986, ho riletto la millenaria storia tra D_o e il suo Popolo e, attraverso di essa, intuito la lotta personale, o la personale discussione, di Emilio Tadini con D_o, racchiusa nella duplice valenza intrinseca di לא, LO, il No della moglie di Loth, parola che con la semplice inversione delle lettere che la compongono, nega e afferma אל, EL, il D_o di Abramo. Fino ad arrivare a גבול, GHEVUL, il Confine della Conoscenza da raggiungere e, sfidando D_o, spostare sempre più avanti, “costi quel che costi”.

Ho rischiato di perdermi nelle sue parole, nelle sue figure che riportano a Hieronymus Bosch o ritagliate come i papercuts di Christian Andersen, nei suoi colori, nei suoi astrattismi evocativi e nei surrealismi profondamente simbolici dove nulla, né linea né virgola, è lasciato al caso e ciascun oggetto, ciascuna sillaba, si incastra in un tutto sempre più ampio, cosmico. Ma non riuscivo ad incontrarlo. Se è vero, come chiacchierando una sera in amicizia, mi disse Francesco Tadini, che “Emilio è ovunque!”, che “trovarlo è facile”, è anche vero che incontrarlo è molto difficile. L’ho trovato, certo, sotto “quegli ulivi che aspettano da anni” e “la luna è così leggera/ che smorza il rumore dei passi/ il cielo è curvo e ansioso dietro ogni pianta”, ne “il vento che lucida Gerusalemme e il Golgota”. E ancora nel suono di “un organo immenso sull’autostrada per Bologna” o “al respiro piuttosto interminabile/ di un’alba di gesso e neon, /…/ al gelo di qualche allegria”. E poi ancora “in giro tra mondi possibili” dove “si animano i disegni, / i segni si fanno sensibili intorno a noi,/ che passiamo sfiorando la verità, / sfiorati”. Appare, mi sorride, mi sfugge. Emilio Tadini è come l’acqua, si può metterla in una brocca o in un bicchiere di cristallo bellissimi e sarà la tua acqua, ma non sarà mai quella la sua sola e vera forma. Qualunque definizione diventa riduttiva e qualunque immagine troppo stretta, qualunque orizzonte troppo vicino.
E quando, inondata dal tanto che mi si stava offrendo, stavo quasi per annegare, sono andata nell’unico luogo dove potevo avere la speranza di fermarlo e mettere ordine nella mia mente: a casa sua. E lì, tra le macchie di colore, gli appunti di note e di pensieri e gli schizzi a penna, lì finalmente l’ho incontrato.
A casa sua ho incontrato Emilio Tadini.

testo e fotografie di Maria Luisa Paolillo

fonti citate:
· “Francesco Tadini pubblica nell’archivio Tadini il testo e le immagini di una mostra del 1989 di Emilio Tadini” 31 marzo 2012;
· “La passione secondo Matteo” Emilio Tadini 1947;
· “Stazione Gioia”, “La sotterranea di velluto”, “Gli uccelli”, “Frammento del ricordare e del dimenticare” da L’insieme delle cose di Emilio Tadini, Garzanti 1991, per gentile concessione di Francesco Tadini;
papercuts:
· H. Christian Andersen ©Odense Bys Museum;
· Emilio Tadini scritta su séparé, proprietà Spazio Tadini.

Il ‘900 di Emilio Tadini 

a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise

inaugurazione mostra venerdì 23 febbraio 2018 dalle ore 18:30

Aperta al pubblico fino al 18 marzo.

In occasione dei dieci anni di attività della

Casa Museo Spazio Tadini

sito web: https://spaziotadini.com/

via Niccolò Jommelli 24, 20131, Milano

ORARI DI APERTURA della mostra: Mattino: solo su appuntamento
Pomeriggio: da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19,30
domenica dalle 15 alle 18.30
Ingresso: 5 euro – bambini gratis- associati o abbonati (ingresso libero)- La casa Museo offre periodicamente anche ingressi liberi a tutti per alcuni eventi.

 

Per ulteriori informazioni:

Francesco Tadini – mail francescotadini61@gmail.com – mob. +39 366.26.32.523

Melina Scalise (presidente di Spazio Tadini) – mail ms@spaziotadini.it – mob +39 366.45.84.532

mostra Emilio Tadini

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