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Andrea Marchegiani, Profughi a Spazio Tadini

Sono un fotografo e blogger romano. Lo scorso anno ho viaggiato in Etiopia, nella depressione Dancala. Si tratta di uno dei luoghi più inospitali della terra, con temperature che raggiungono i 50°. Le tribù che vi abitano, in maggioranza cristiani copti, lavorano all’estrazione del sale nella piana di Ahmed Ela. Un tempo la zona era coperta dal Mar Rosso. Quando l’acqua si è ritirata, ha lasciato uno strato di sale profondo anche 800 metri. Ovunque l’occhio spazi, c’è sale. La popolazione lavora tutto il giorno per spaccarlo in zolle e trasportarlo al villaggio per rivenderlo. È un lavoro massacrante. Molti non si rendono conto delle effettive condizioni sociali e climatiche che spingono le popolazioni africane a migrare nè della lotta per la sopravvivenza che affrontano ogni giorno.  Ho dovuto viaggiare in Dancalia nel mese di aprile, quando le temperature raggiungono effettivamente i 50°, per aprire gli occhi.

Andrea Marchegiani Dallon

DALLOL.
Dallol significa “liquefatto” ed identifica un antico vulcano della Dancalia situato in una zona desertica al confine tra Etiopia ed Eritrea. Il cratere si trova nella Rift Valley dove la placca arabica e la placca africana si allontanano. Lungo i suoi bordi, visitabili solo dal 2001, la natura ha dato vita ad un paesaggio psichedelico. Sorgenti calde acide, montagne di zolfo, piccoli geyser gassosi, vasche di liquidi acidi e concrezioni saline dai colori sgargianti. Ogni anno il paesaggio si trasforma, le concrezioni cambiano colore e si spostano lungo il cratere. Solo alcuni percorsi sono consentiti, dal momento che spesso le emissioni dei geyser e delle fumarole sono tossici. Il suolo è fragile e si rompe dopo ogni passo. Se esiste l’inferno in terra, di sicuro si trova qui.

Minatori del sale, Andrea Marchegiani

Fotografo questi ragazzi alle 14 di pomeriggio. Il caldo rende faticoso ogni scatto. Due di loro picconano a terra, mentre un terzo canta un motivo per cadenzare i loro colpi. Scagliano l’ascia con forza, fino a formare una grossa crepa. La misurano più volte. Quando è sufficientemente profonda,
vi infilano dentro dei bastoni di legno e iniziano a fare leva sul terreno a intervalli regolari. Alla fine riescono a sollevare una zolla di sale, ma la guardano sconsolati. È troppo piccola per essere lavorata. Devono spostarsi di qualche metro e ricominciare daccapo.

Sudore Andrea Marchegiani per Profughi

Un ragazzo mi si avvicina per chiedermi dell’acqua. Fa così caldo che non si suda qui, si evapora. Eppure lui gronda di sudore. Gli porgo la mia bottiglia d’acqua, caldissima come tutto quello che ci circonda. Mi ringrazia con lo sguardo e torna a lavoro

Una ragazza nella miniera, Andrea Marchegiani

Un altro dei minatori si avvicina a me, sorridendo. “La vedi quella ragazza laggiù?”, mi dice. Non avevo notato che ci fosse una ragazza. “È mia moglie”, continua con orgoglio. Osservo la ragazza per accertarmi che sia una femmina e non un maschio. C’è qualcosa di fiero e determinato in lei.
Non a caso, le donne etiopi hanno dato vita all’intera specie umana. Sanno combattere e resistere a tutto.

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