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Milano in giallo – Laura Miani, Luigi Lusenti

“Tutti i colori, tranne che il grigio” diceva Bonvesin de la Riva parlando di Milano. Poi per un lungo periodo, all’incirca a metà del secolo scorso, Milano si aggiudicò il titolo di “città grigia”: grigio il fumo delle ciminiere, grigie le tute dei lavoratori, grigia anche la nebbia, la famosa scìghera. Qualcuno l’ha pure raccontata in bianco e nero. Indimenticabile Scerbanenco con i suoi personaggi così reali da sentirteli accanto. Ma in quella mancanza di colori si muovevano persone vere, umane, in una città malinconica ma ricca di sentimenti e anche di speranze: boom economico, capitale morale, Inter e Milan in vetta al mondo del calcio. Poi nel 1986 una notizia clamorosa, quell’anno c’erano state a Milano più giornate di sole che a Palermo. E il sole porta colore. L’azzurro terso del cielo, il verde screpolato delle panchine, il rosa del marmo del Duomo. Ritornarono i colori? O forse c’erano sempre stati e nessuno se ne era mai accorto?

I colori c’erano, ci sono sempre stati, e uno più di tutti, il giallo, rivela l’anima della città. Colora le inferriate dei ponti che attraversano i navigli, i tram della Milano da bere, le case del centro e della periferia, la linea MM3, le biciclette del byke-sharing, i muri della Scala di notte. Il giallo oro della Madonnina, simbolo di Milano, domina dall’alto, riflette la luce del sole nelle giornate terse e anche con la nebbia si riesce a distinguerne il suo chiarore.

Il giallo paglierino svela la fragranza del panettone non appena lo tagliamo. Il risotto alla milanese viene cucinato con lo zafferano, la polenta accompagna la cassoeula, altro piatto tipico della tradizione culinaria meneghina. Per ultima, ma non da ultima, la cotoletta alla milanese è ricoperta da una croccante impanatura giallo ocra. Così, se ci pensiamo, ci rendiamo conto che anche nella cucina milanese il giallo non è un colore secondario. Come non lo è nelle colture agricole e nella vegetazione. Campi di mais e di grano cingono l’hinterland milanese, i fiori di zucchina e le zucche riempiono gli orti urbani, i fiori del tarassaco (o più comunemente dell’insalata matta) spuntano come coriandoli gialli in mezzo ai giardini, nei prati dei parchi, lungo le vie d’acqua della nostra Milano. E splendidi cespugli di forsizia ci regalano in primavera un’immagine solare dei nostri viali.

E per finire, con queste premesse, dove poteva nascere il termine “giallo” per indicare il genere letterario delle “detective stories”, se non a Milano?

Ecco dunque “Milano in giallo”, una mostra fotografica che legge e interpreta la città attraverso un colore, non unico, ma dominante.

Laura Miani – Luigi Lusenti

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