
Questa foto, scattata nel 2016 ad un’installazione di Ibrahim Mahama presso la Biennale di Venezia, parla dei muri eretti attorno a noi, e, nella mia reiterpretazione artistica, del tentativo che ogni individuo fa di non essere “profugo ” da se stesso, e di accettare in modo positivo e costruttivo i propri limiti ed i propri errori, di superarli e di costruire un tessuto di vita armonioso pur nelle imperfezioni.
MOSTRA PROFUGHI ISPIRATA A EMILIO TADINI
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