fotografie di Giovanni Gianfranco Candida WallsOfMilano – Il nome VolksWriters viene usato per la prima volta nel 2000 durante una murata organizzata sulla Darsena del Naviglio per richiedere la liberazione di alcuni militanti antifascisti arrestati a seguito di scontri in Piazzale Loreto con militanti di estrema destra. A dar vita ai VolksWiters sono inizialmente due writers già attivi sulla scena milanese: Soviet e Morkone. Avendo entrambi radici tedesche scelgono, un po’ per gioco, questo nome dal suono teutonico per ricordare le proprie origini. I VW si contraddistinguono immediatamente per il loro carattere militante ed iniziano ad organizzare eventi a Milano, sia in luoghi particolarmente rappresentativi che in centri sociali e spazi occupati.
Nel Maggio 2001 organizzano la prima jam di streetart autogestita intorno al Centro Sociale “Deposito Bulk” a cui partecipano i maggiori streetartist allora attivi a Milano e molti artisti stranieri.
Subito dopo i fatti di Genova dello stesso anno, dipingono con molti altri artisti milanesi una storica grande murata in Via Bramante a ricordo di Carlo Giuliani. Lo slogan di questo lavoro collettivo – “No Justice No Peace” – diventa rapidamente famoso in tutto il mondo. Sempre all’interno del Deposito Bulk aprono uno shop autogestito che vende spray delle maggiori marche a prezzi politici, costringendo i commercianti a calmierare i prezzi delle bombolette su tutto il mercato milanese. All’interno del Deposito Bulk, intorno a Soviet e Mork, la cerchia degli artisti che si uniscono ai VolksWriters si allarga con Ozmo, 2501, End e Ban, fino a formare quello che può essere considerato il nucleo originario. I VW rappresentano un esempio di crew militante ma aperta al contributo di quei writers che vogliono partecipare attivamente a momenti artistici collettivi.
Da sottolineare il legame forte tra questa crew e il quartiere di case popolari di Via Gola a Milano. La prima occupazione in Via Gola risale al 1996 e già allora partecipavano all’occupazione alcuni membri della crew TGF. Sui muri della zona, come sempre capita in questi casi, campeggiavano numerose scritte politiche. Nel 2009, con l’arrivo in Via Gola dei VW e altri “graffitari”, la natura degli interventi sui muri inizia a trasformarsi aggiungendo al carattere ancora sostanzialmente politico anche una base artistica più evoluta.
Ai semplici bombing politici si affiancano veri e propri murales, grandi, studiati, inseriti nel contesto e dove il messaggio ha comunque la massima centralità . In una zona che il Corriere della Sera definiva “il Bronx” l’arrivo della street art diventa una risorsa per un tentativo di riqualificazione degli spazi cittadini.
Il rapporto tra i membri della crew VW e il quartiere è intenso e i loro interventi (apprezzati da alcuni tanto quanto odiati da altri) oggi rappresentano per qualità e dimensione un aspetto caratterizzante del panorama della zona.
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