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Prostituzione Milano: racconti di periferia – di Andrea Fuso

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Prostituzione Milano racconti di periferia – di Andrea Fuso

Prostituzione Milano: racconti di periferia – di Andrea Fuso. Certi piaceri sono costruiti su architravi d’assenza, quando l’intimità non ha valore il sesso ha un prezzo. Tutte le fotografie sono state scattate con il permesso delle proprietarie delle sedie, di cui custodisco gelosamente nomi e storie.

“E sì che l’Italia sembrava un sogno
steso per lungo ad asciugare
sembrava una donna fin troppo bella
che stesse lì per farsi amare
sembrava a tutti fin troppo bello
che stesse lì a farsi toccare.”
Ivano Fossati (da: Pane e Coraggio)

Prostituzione a Milano – un poco di informazioni

Le prostitute nel 2017 sono straniere, hanno fra 20 e 30 anni, e look identico: trucco sì ma senza esagerare, capelli tinti. Secondo i dati del Tavolo metropolitano su tratta e prostituzione, nel 2015 le unità di strada operative a Milano e provincia – oltre ad Ala ci sono Caritas e altri tre operatori – hanno contattato 1.854 donne. La maggior parte prostitute che vengono dall’Est Europa (1.175). Le romene si confermano le più numerose (695, 37% del totale), poi nigeriane (511, il 28%) e albanesi (350, il 19%).
Sono ormai diversi i pronunciamenti di giudici italiani (Tar e anche Corte Costituzionale) che sanciscono l’incostituzionalità di ordinanze di sindaci e regolamenti di polizia urbana che, per cercare di combattere la prostituzione, semplicemente la vietano su tutto il territorio comunale senza limiti temporali.
In parole semplici, un Comune non può disciplinare la “lotta alla prostituzione” sostituendosi allo Stato, visto che la prostituzione in strada è lecita tranne che in determinate condizioni già previste dalla legge statale in vigore (se si invita «al libertinaggio in modo scandaloso e molesto» e se «si segue per la via le persone, invitandole al libertinaggio»).
Diverso il caso di quei Comuni che, invece, pongono divieti temporanei (ad esempio di qualche mese o di un anno) in aree limitate del proprio territorio, motivando in modo efficace il divieto: in questi casi, di solito, la magistratura dà loro ragione.
La legge Merlin del 1958 sancisce l’abolizione delle case di piacere e vieta la regolamentazione della prostituzione. Questo però non impedisce alle prostitute di ricevere in casa.
Spesso la prestazione viene offerta direttamente sulla strada, adagiati nel confort di un’auto parcheggiata o di un lampione, senza preoccuparsi di eventuali passanti.
Un giro di soldi da un centinaio di milioni di euro al mese, stimati ovviamente, trattandosi di attività illegali. Soldi che in larghissima parte finiscono nelle tasse della malavita organizzata.

Periferia di Milano
Fotografie Andrea Fuso

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