
Renato Marcialis, Antichi ricordi
Renato Marcialis, Caravaggio in Cucina – di Romina Pilotti. …e riposto il pennello, disegnai con un raggio di luce, forme e colori, altresì nascosti da una incommensurabile oscurità. E il pennello di luce utilizzato da Marcialis nel progetto Caravaggio in Cucina, un progetto che porta avanti da diversi anni e che è ancora in corso, è una torcia di fibra ottica che crea una luce pittorica che da sinistra verso destra penetra nel buio fino a bucarlo e illuminare i dettagli della composizione e rendere ogni fotografia un quadro da ammirare.
E’ una luce potente e concentrata che crea un’illuminazione d’altri tempi. Ed è una magia che ogni volta si rinnova ed è come un esperimento, una rivelazione, una scoperta. La luce produce e disegna l’effetto finale che è quello di un quadro fiammingo, con lo sfondo scuro, i chiaroscuri, le ombre, le tonalità raffinatamente cupe che ricordano le nature morte di Caravaggio, la sua teatralità e drammaticità.
Una lunga esperienza di tecnica e passione ha portato Renato Marcialis, dopo numerosi tentativi – perché è un innovatore mondiale in questa metodologia che usa in maniera esclusiva – a controllare la luce, a gestirla, senza alcun tipo di elaborazione digitale se non il minimo consentito (schiarire/scurire e maschera di contrasto).
I soggetti delle sue fotografie sono mele, pomodori, pannocchie, cavoli cappucci, verze, carciofi, spighe di riso, uova; i prodotti sono disposti su tavole di legno consumate dal tempo o all’interno di nicchie come fossero reliquie, arricchiti di antiche e ricercate suppellettili. Tutti i cibi vengono scelti con accuratezza e composti con eleganza: la frutta e la verdura devono essere perfette, integre, di qualità. Ogni oggetto è studiato, ogni foglia ha la forma migliore che la natura possa creare. L’ambiente viene appositamente oscurato, lasciando trapelare un buio nel quale gli occhi sanno vedere ed ecco che inizia la magia.
Renato Marcialis, fotografo esperto del settore food da decenni, ha respirato fin da bambino l’amore per il cibo grazie alla sua famiglia e questa passione ha finito per diventare un elemento imprescindibile della sua arte.
Suo nonno Enzo, infatti, era uno chef sulle navi da crociera e lo zio Gastone, chef Cordon Blue de France, suo padre Gino, chef barman, e il fratello maggiore Riccardo, art director affermato; con quest’ultimo, nella seconda metà degli anni Settanta, inizierà una collaborazione in una avventura gastronomica che durerà ben dieci anni.
Renato Marcialis e l’orto di Torre San Marco
La passione per la fotografia e gli alimenti lo spinge a cercarli personalmente, ossessivamente, fino a realizzare uno dei sui sogni, la creazione di un orto di mille metri quadri nelle Marche precisamente a Torre San Marco, frazione di Fratte Rosa, dove coltiva direttamente gli ortaggi, li semina, li osserva crescere, li sceglie, li raccoglie e poi li fotografa. E la stessa passione lo spinge ad allestire personalmente il proprio set fotografico, cercando nei mercatini d’antiquariato gli oggetti, supporti, utensili fuori dal tempo, pentole di rame, cesti, bilance, strofinacci di tela, macinini, setacci, oliere, salierine e posate.
Una volta realizzate, le opere vengono stampate su tela fine art Epson su cui viene applicata a mano, tramite una pennellessa, una vernice di protezione che crea striature di un quadro ad olio in cui le forme sono morbide, volumetriche, tridimensionali, proprio come nei dipinti di Michelangelo Merisi in cui questo progetto si riconosce fin dall’inizio e a cui continuerà ad ispirarsi per il futuro.
Romina Pilotti
club fotografico milanese
Ecco alcune fotografie di Renato Marcialis – fornite cortesemente da lui stesso per completare l’articolo:
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Sito web del
PhotoMilano club fotografico milanese
Francesco Tadini ha fondato – ecco sua pagina personale sul sito all’indirizzo https://photomilano.org/francesco-tadini/ – nel giugno 2017 il gruppo Facebook “Photo Milano, passione (e non solo) per la fotografia” che comprende, attualmente, più di 2600 iscritti. Il club fotografico ha sede presso la Casa Museo Spazio Tadini in via Niccolò Jommelli 24 a Milano dedicata al padre – pittore e scrittore – Emilio Tadini, altra creazione di Francesco Tadini, che – insieme all’altra fondatrice della casa museo, Melina Scalise e alla curatrice e agente fotografica (oltre che coreografa di fama) Federicapaola Capecchi – supporta l’attività del club con l’organizzazione di mostre fotografiche, workshop e serate conviviali. Alle esposizioni collettive e personali – da giugno 2017 a oggi – hanno partecipato centinaia di fotografi milanesi e non.
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