In questo mio secondo lavoro mi sono proposta di riprendere lo stretto rapporto con il mondo del cinema che ha caratterizzato l’attività di Mimmo Rotella a partire dagli anni ’60.
Un pantheon di divi, da Marilyn Monroe a Elizabeth Taylor, e rimandi al cinema classico e a quello moderno, che – come scrisse Pierre Restany rappresentano “immagini forza uscite dai muri… più reali del mito che incarnano, più reali della realtà che rappresentano”. Ho trovato questi manifesti lacerati e sovrapposti all’ingresso di una sala cinematografica, creati in partenza penso dal proprietario del cinema e lacerati in seguito da passanti e spettatori. Riprendendo sempre l’opera di Rotella, creazioni artistiche di questo tipo invitano a passare il muro che divide la finzione dalla realtà. L’intuizione alla base, risiede nel fatto che il cinema rappresenta un flusso di immagini e che quindi rappresenta un’arte dinamica. Lo strappo ricrea questo dinamismo imprimendo un movimento al manifesto affisso sul muro.
Maria Cristina Pasotti
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