Fotografia Milano – Omaggio a Emilio Tadini, di Francesco Summo – selezionato da Francesco Tadini e Melina Scalise per la mostra dedicata al pittore e scrittore milanese che apre il 23 febbraio 2018 nella sede dell’Archivio Tadini / Casa Museo e di PhotoMilano.
[…]Forse rendere visibile qualcosa implica ogni volta, del tutto “naturalmente” l’occultamento di “tutto il resto”. Una specie di sospensione, di messa tra parentesi
Da “L’occhio della Pittura” di E. Tadini
Questa è una delle tante frasi di E. Tadini che parlano di presenze -assenze, di occultamenti-percepiti, di sospensioni- partecipate e di distanze-prossime. Di ossimori, insomma, che ci aiutano a guidare l’occhio e non lo sguardo oltre le cose. Perché, sempre come scrive Tadini ne “L’occhio della pittura”:
“E’ l’occhio che sceglie ed elegge una certa scena del visibile-senza soste, fittamente- infinite volte al giorno”
In una dimensione quasi meramente oggettiva e selvaggia, poiché e lui che ci può anche immergere:
In una luce assoluta, così come in un buio assoluto, dove l’occhio non può vedere.
P. Dubois nel suo bellissimo libro “L’atto fotografico” parla di dimensione rappresentata e rappresentante. La prima è semplicemente quella che scegliamo da una dimensione più ampia e che diventa la nostra immagine, la nostra fotografia; la seconda, invece, è quella che sta intorno al nostro “sezionare” al nostro “rubare” e che, se anche eliminiamo dalla scelta finale, non per questo è meno importante, anzi!
In tutte e due queste brevi citazioni da me commentate di uomini che, attraverso la pittura e la fotografia, hanno esplorato il mondo dell’arte, c’è un denominatore comune: il non visibile, quello che non ci è dato di vedere, ma bensì di percepire e comprendere con lo stato d’animo di chi vuole non solo pascere di bellezza, ma anche essere presenza consapevole.
Per quel che mi riguarda, al di là della selezione della mia opera e di un eventuale riconoscimento, cimentandomi in questa esperienza che racconta Emilio Tadini attraverso la fotografia, ho avuto la splendida opportunità di sviluppare e arricchire la mia passione per quella dimensione metafisica che va oltre le cose che ci stanno davanti, ma che non per questo sono meno importanti.
Importanti proprio perché, se poste al cospetto del nostro sguardo con l’intento di ricavare emozioni per approfondire vite e opere di uomini così assetati di bellezza da essere tanto generosi di riversarla sull’umanità, ci danno l’opportunità di guardare oltre le stesse, per sentire “presenze”.
Èd è proprio con l’intento di avvertire la presenza di E. Tadini, dopo essermi riempito gli occhi e il cuore dei suoi quadri per anni, che sono andato al quartiere “Rottole”, vicino a Lambrate dove Tadini visse: http://www.storiemilanesi.org/luogo/da-via-padova-a-citta-studi/
e dove ho fotografato i capannoni di una fabbrica dismessa che sono al centro della mia elaborazione, proprio come quella immagine rappresentata di cui parla Dubois, circondata, avvolta e illuminata da il rappresentante e fantasmagorico mondo di Emilio Tadini.
I capannoni ripresi dal basso mi hanno portato subito con la mente ai palazzi aguzzi delle sue opere cittadine e il giallo acceso degli stessi, unito dall’azzurro del cielo grazie a una giornata tersa piena di sole, alle cromie dei suoi quadri.
La mia elaborazione di collage digitale vuole essere, soprattutto nelle sagome fuori inquadratura, anche un piccolo omaggio ad un altro artista importante del ‘900, László Moholy-Nagy , pittore in primis, ma grande sperimentatore del linguaggio fotosensibile.
La presenza di un altro artista, dunque, tra arte pittorica e fotografica a chiusura di un percorso circolare. Come in un cortocircuito produttivo, dove in questo caso immaginando pittura e fotografia, come poli estremi, che unendosi producono il calore esaltante e bruciante dell’arte tutta.
Grazie per questo a Francesco Tadini e ai suoi collaboratori.
Francesco Summo

Francesco Summo, Omaggio a Emilio Tadini, mostra fotografica a Milano, Spazio Tadini Casa Museo
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Il ‘900 di Emilio Tadini
a cura di Francesco Tadini e Melina Scalise
inaugurazione mostra venerdì 23 febbraio 2018 dalle ore 18:30
Aperta al pubblico fino al 18 marzo.
In occasione dei dieci anni di attività della
Casa Museo Spazio Tadini
sito web: https://spaziotadini.com/
via Niccolò Jommelli 24, 20131, Milano
ORARI DI APERTURA della mostra: Mattino: solo su appuntamento
Pomeriggio: da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19,30
domenica dalle 15 alle 18.30
Ingresso: 5 euro – bambini gratis- associati o abbonati (ingresso libero)- La casa Museo offre periodicamente anche ingressi liberi a tutti per alcuni eventi.
Per ulteriori informazioni:
Francesco Tadini – mail francescotadini61@gmail.com – mob. +39 366.26.32.523
Melina Scalise (presidente di Spazio Tadini) – mail ms@spaziotadini.it – mob +39 366.45.84.532

Emilio Tadini
Categorie:fotografia, mostre, photo Milano