
Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia
L’Italia soffre di un grave gap artistico nei confronti della fotografia pur essendo uno dei Paesi con un patrimonio invidiabile e invidiato da tutto il mondo. Il Ministero preposto ha finalmente deciso di definire un piano che voglia valorizzare questo aspetto e proporre una concreta opportunità per la fotografia italiana e internazionale. Dario Franceschini, Ministro del MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ), ha dato la giusta impronta per la fotografia, offrendo nuove strategie e sguardi sul territorio. Il Piano è stato definito al culmine di un percorso durato 19 incontri pubblici volti all’individuazione dell’iter migliore da seguire.
Di cosa tratta il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia?
Il Piano Strategico è stato messo a punto dal MIBACT in collaborazione con una serie di consulenti esterni che hanno prestato il loro lavoro e la loro esperienza in maniera del tutto volontaria. All’interno del Piano ci sono le linee strategiche per: patrimonio, creazione contemporanea e formazione. Nel patrimonio rientrano tutte le raccolte fotografiche, gli archivi storici e le collezioni pubbliche e private. Per la creazione contemporanea si vuole valorizzare produzione artistica, convergendo anche il lavoro delle committenze. Infine, la formazione mirata alle scuole di qualsiasi livello, con l’assicurazione di Borse di studio e di ricerca.
Lo scopo principale è quello di compattare a livello nazionale tutte le competenze italiane, proponendo delle linee guida che vadano a orientare tutti i professionisti di questo settore. I progetti e le proposte del Piano Strategico Di Sviluppo della Fotografia vogliono, non solo valorizzare il patrimonio fotografico contemporaneo, ma permettere alla materia di aggiornarsi e offrire un programma coeso tra le varie realtà italiane creando un’unica identità concreta e intoccabile.
Perché un Piano per la Fotografia proprio adesso?

Elena Galimberti, I ballerini di Porta Nuova
Perché è il periodo giusto! Le nuove tecnologie, la distribuzione digitale e questi nuovi supporti così attraenti hanno dato uno schiaffo alla tradizione. Sempre più persone decidono di affidarsi alla celerità e all’affidabilità di questi ausili. L’approccio sociale è cambiato nei confronti della fotografia: più attenti, più selettivi, più interessati. L’accessibilità di questo mezzo può rivelarsi estremamente utile solo se supportato e ottimizzato dagli enti competenti, ragion per cui il Ministero ha deciso di dare un’opportunità alla fotografia smuovendo i fondi che si sono sempre rivelati improduttivi. La motivazione per cui è stata scelta la fotografia è che essa è la protagonista attuale di qualsiasi ambito sociale: dall’informazione alla mera quotidianità. La sua importanza non può essere sottovalutata ed è proprio questa digitalizzazione esasperata a rendere necessaria un’educazione al buon gusto e insegnare a scindere tra arte e quotidianità. Si stima che ogni giorno vengano condivise più di 95 milioni di fotografie e circa 250 milioni di immagini siano messe a disposizione da Getty Images per pochissimi centesimi. È evidente la grande portata di questo fenomeno e l’importanza di contenere e limitare questo campo senza rischiare che un valore artistico venga pubblicamente condiviso senza alcun controllo.
Fotografia nel contesto attuale: Musei fotografici e collezionismo

Fotografia di Marco Rilli
Un indizio di ciò che verrà si palesa nella semplice memoria storica. Nel 1975 esistevano solo 11 musei dedicati alla fotografia in 6 Paesi diversi al mondo ma nel 2012 questa cifra è salita a 50.097 in 202 Paesi. Questo dimostra il grande interesse del pubblico che vuole conoscere e osservare da vicino la fotografia attraverso mostre ed esposizioni. I musei stessi hanno cambiato veste e si sono riscoperti emblema della modernità, con elementi architettonici mastodontici e vettori culturali anche all’interno di città molto piccole. Nonostante ci siano sempre più esposizioni e manifestazioni annuali, l’Italia deve fare e può fare di più affinché la fotografia diventi una protagonista assoluta negli anni a venire. È necessario coltivare i visitatori giovani in vista del futuro. Anche il mercato è interessato al fenomeno, basti pensare che i collezionisti sono aumentati al pari dei musei. Questi nuovi compratori hanno a loro disposizione lauti budget per la compravendita di opere d’arte e fotografie artistiche. È fondamentale, quindi, che ci sia una nascita di servizi che fungano da intermediazione tra artisti e che ci siano fondi di investimento per questo tipo di mercato.
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Tutela e diritto d’autore della Fotografia

Fotografia di Diego Bardone, Milano
La fotografia è tutelata dall’articolo 10 comma 4 del Codice in quanto rientra nelle cose di carattere artistico, storico e archeologico e, quindi, è un bene culturale a tutti gli effetti. In quanto tale, necessita di autorizzazione qualora fuoriuscisse dall’Italia a prescindere dal suo valore economico (fino a un massimo di € 13.500), la durata di quest’azione è di 25 anni dalla nascita rispetto ai 70 anni delle altre opere d’arte. Il ministro può concedere la riproduzione di queste opere solo ed esclusivamente per uso pubblico e privato, per motivi di studio, per valorizzazione e senza scopo di lucro.
Uno dei temi più sentiti dai fotografi riguarda il diritto d’autore. La legge si esprime in maniera chiara e tutela tutte le opere fotografiche, queste ultime ben diverse dalle semplici fotografie (che sono protette da un comma diverso). Il diritto d’autore è quel diritto che nasce nello stesso momento in cui l’opera viene creata ed è il simbolo del valore intellettuale del soggetto. Ci sono diritti economici d’autore e diritti morali: i primi riguardano tutti i valori economici rientranti dalla riproduzione e dall’utilizzazione dell’opera in qualsiasi mentre, mentre i diritti morali sono rappresentati dalla paternità che deve essere sempre unica. I diritti morali sono strettamente correlati alla reputazione e all’onore dell’autore, il cui utilizzo dell’opera non deve mai andare a pregiudicare quest’ultimo. I diritti economici durano per tutta la vita dell’autore e per i 70 anni successivi al suo decesso e sono trasferibili agli eredi mentre i diritti morali sono inalienabili e durano per l’eternità. Le semplici fotografie sono invece tutte quelle immagini quotidiane, nate semplicemente dal processo fotografico digitale e analogico. Queste fotografie sono protette dal diritto d’autore di durata ventennale. Il fotografo può decidere se la sua opera debba essere riprodotta in maniera esclusiva oppure può cederne i diritti.
Per quanto riguarda le fotografie che riproducono immagini di una terza persona, è necessario il consenso di quest’ultima per l’esposizione e la riproduzione dell’immagine. Qualora la persona fosse deceduta è necessario il consenso del coniuge, del genitore o dei figli. La mancanza di un consenso alla riproduzione dell’immagine è giustificata quando il personaggio è noto, quando vi è uno scopo giuridico o di corredo a indagini di giustizia e polizia, per scopi scientifici e culturali o quando l’immagine è stata scattata durante una manifestazione o in luogo pubblico. Qualora ci fosse un’immagine che leda l’onore della persona ritratta non è possibile esporla o commercializzarla senza consenso. Ma come riconoscere le fotografie dalle opere fotografiche? Prima di tutto è necessario dire che tutte le opere fotografiche sono fotografie ma non tutte le fotografie sono opere fotografiche. Il punto che differenzia queste due categorie è il tocco personale del fotografo che riesce a distinguere l’opera fotografica a causa del trattamento di un tema non convenzionale, per l’importanza storica dell’immagine, per la tecnica innovativa utilizzata e, non per ultimo, il valore che le viene attribuito.
Le strategie del Piano della Fotografia

Francesco Falciola, vincitore con questa fotografia del concorso fotografico promosso da Fondazione Forma e dedicato a Milano
Il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia vuole colmare una grossa lacuna per l’arte italiana, riconoscendo il valore assoluto di questa disciplina e analizzando una serie di proposte volte al suo sviluppo. All’interno del Piano leggiamo di obiettivi a breve termine, facilmente attuabili, riguardo alla conservazione di questo patrimonio. Parliamo di raccolta di archivi fotografici, formazione di attività per studenti, professioni e appassionati, commissioni di info-grafiche sui vari paesaggi italiani e sostegno a tutte le associazioni culturali. La valorizzazione deve tenere presente anche dell’internazionalizzazione degli autori, istituendo un vero e proprio Registro Pubblico dedicato a tutti i fotografi italiani. Infine, per quanto riguarda l’educazione e la formazione, è necessario che in tutte le scuole italiane (dalle elementari alle Accademie) ci siano una serie di aggiornamenti e progetti di tipo fotografico. Nel Piano rientrano anche gli obiettivi a medio e lungo termine: i primi hanno un periodo di sviluppo pari a 3 anni mentre i secondi si limitano a 5 anni. In questi obiettivi ci sarà il potenziamento dei precedenti e saranno stanziati diversi fondi e finanziamenti per la fotografia.
L’istituzione di un patrimonio fotografico è fondamentale in una storia come quella italiana, in cui qualsiasi opera d’arte entra di diritto all’interno della ricchezza culturale del Paese, ciò implica un sostanziale impegno per la tutela di quest’ultima. Purtroppo oggi manca una mappatura generalizzata di tutto questo e ciò inficia il patrimonio culturale italiano che soffre di una frammentazione che si perde di regione in regione, con il risultato di un quadro distorto, fortemente minoritario rispetto alla totalità delle opere attualmente esistenti. L’unico documento fotografico storico è targato 1984 e si tratta di “Viaggio in Italia”. Venti fotografi si riunirono con lo scopo di documentare le piccole dinamiche della società italiana. Il fine ultimo era rappresentare l’Italia in maniera sincera e onesta. Attualmente è l’unica info-grafica italiana che può essere presa ad esempio per il futuro. “Viaggio in Italia” riuscì a varcare i confini italiani e non per la fama dei suoi fotografi, nonostante fossero celebri e noti, quanto per la fame di conoscenza che proveniva da fuori. Le persone sono attratte dalle foto perché sono l’unico documento non manipolabile, l’unica arte che non riesce a distorcere la realtà come potrebbe fare un libro, un dipinto o qualsiasi altro tipo di opera artistica.
Il Piano vuole sostenere nuovamente un’iniziativa del genere grazie ad alcune associazioni culturali italiane no profit, così da permettere a giovani artisti e fotografi di farsi conoscere e divulgare l’Italia attraverso i loro occhi. I viaggi, le spese di trasporto, l’assicurazione e i costi di produzione potranno essere sussidiate dalle sezioni culturali che hanno fatto un’apposita domanda e hanno svolto un’attività di propaganda e supporto per la fotografia negli ultimi tre anni in maniera continuativa. Arriveranno anche sovvenzioni dalla editoria, attraverso la pubblicazione di libri fotografici. A tal proposito potranno presentare domanda tutte le case editrici rinomate, piccole o di self publishing. Per le richieste di finanziamento verrà invece indotto un bando con successiva graduatoria. Il Piano Strategico vuole anche supportare le manifestazioni culturali fotografiche in modo da promuovere l’aggiornamento e la ricerca di nuove sperimentazioni, collaborando e competendo con tutti gli standard qualitativi provenienti dall’estero. Ci saranno anche festival fotografici per condividere l’arte e promuoverla attivamente sul campo.
L‘esigenza di una formazione fotografica

Luigi Alloni, Milano Palazzzo Wind
Mai come questo millennio, milioni di persone sono desiderose di fotografare e farsi fotografare. Sicuramente ciò è influenzato positivamente dalla produzione di massa delle macchine fotografiche e dalla nascita delle entry-level, modelli che si rivolgono agli appassionati del genere e dal costo contenuto. La fotografia analogica mantiene il suo fascino ma ha ceduto il passo al digitale per questioni di comfort. L’analogico, infatti, aveva tempi di sviluppo molto più lunghi, costi più elevati e una vera e propria élite ristretta che separa gli appassionati dai professionisti. L’avvento del digitale ha invece portato una nuova ventata tecnologica permettendo a chiunque di potersi approcciare a questa disciplina, complice anche i social network che ne hanno glorificato l’estetica. La mancanza di un’educazione formativa banalizza la fotografia e ciò è sconcertante laddove la fotografia è arte stessa. Il Ministero è responsabile della formazione dei più giovani ed è tenuta a collaborare con licei, scuole, università e accademie. Ci saranno diverse Borse di studio in Italia e all’estero per trovare nuovi talenti e permettere ai fotografi italiani di aggiornarsi, ma non solo. Verrà offerta la possibilità di scambi internazionali con il proposito di conoscere le tecniche più utilizzate all’estero e aggiungere linfa vitale al proprio bagaglio culturale. È ovvio che questo progetto debba essere compiuto a tappe partendo dagli step più piccoli e raggiungibili, lasciando che i giovani si approccino alla fotografia sotto forma di gioco per poi approfondire nell’età adolescenziale tramite dei veri e propri corsi.
Grazie anche alla collaborazione con il MIUR ci saranno attività didattiche per maturare l’esperienza pregressa con la fotografia e professionalizzare l’operato. ci saranno molti percorsi formativi in università e accademie per accompagnare passo dopo passo le passioni degli studenti e porre la giusta attenzione verso i beni culturali, non tralasciando la parte storica.
Albo Professionale della Fotografia e accademie, istituti e scuole fotografiche

Francesco Tadini, CityLife Milano
Un altro tema scottante, fortemente sentito dal fotografo di oggi, è la mancanza di una professionalizzazione dell’arte del fotografo. Chiunque con una macchina fotografica potrebbe sentirsi tale, lavorando abusivamente e rovinando il settore. È necessario quindi istituire un Albo Professionale del fotografo. Quest’ultimo sarà poi ospitato sul sito ufficiale della fotografia in Italia www.fotografia.italia.it per regolamentare tutte le linee guida e le norme professionali per i fotografi, ma anche per segnalare abusi di professione e non conformità di ogni genere. Ma come si diventa fotografi? Uno degli obiettivi a medio termine del Piano è quello di incentivare la formazione professionale e specialistica dei fotografi, attualmente discontinua e blanda. Un fotografo deve essere una persona diplomata o laureata in un’Accademia o in un Istituto apposito. Al momento chiunque può aprire uno studio fotografico o una partita IVA come fotografo, anche se non ha gli studi adatti. Questa dinamica è impensabile per un avvocato, un medico uno psicologo. Perché la figura del fotografo dovrebbe essere penalizzata da questa discriminazione? Il Piano Strategico è tuttora disponibile online ed è un trattato di un centinaio di pagine, molto interessante da leggere, per tutte quelle persone che sono appassionate o sono professionisti a tutti gli effetti e che aspirano a una commutazione positiva. Alcuni punti potrebbero essere particolarmente complessi a causa di terminologie specifiche ma ci pensa Lorenza Bravetta a spiegarcelo meglio. Lorenza Bravetta è il consigliere del ministro Dario Franceschini, perciò fortemente legata al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Cosa ci dice al riguardo Lorenza Bravetta
Lorenza Bravetta ha spiegato in un’intervista che il Piano vuole semplicemente definire la strategia da compiere per valorizzare il patrimonio fotografico italiano. Tutto nasce dalle urgenze che stanno crescendo in un settore ricco, viscerale e articolato come quello della fotografia. La mancanza di punti di riferimento potrebbe creare delle difficoltà a livello professionale e artistico. Il Piano non è diventato legge per una semplice questione di tempi ma ha in sé tutti gli spunti affinché si possa dare un contributo concreto per gli organi legislativi. All’interno del Piano Strategico si parla di fiscalità, educazione, formazione, argomenti che aprono spaccato al dialogo affinché gli enti competenti possano confrontarsi e comportarsi al meglio. Il Piano vuole dare energia e impulso alla fotografia, perché ciò di cui essa ha bisogno non è solo un supporto economico ma una serie di riforme che possano favorirla. C’è bisogno di una nuova legislatura e si spera che questo nuovo governo possa dare segnali positivi al riguardo. Il piano è una direttiva ministeriale perciò dovrà essere inviata a ogni Direzione Generale, di cui ognuna di esse avrà un potere autonomo individuale e potrà dare priorità ad alcune attività rispetto ad altre. La differenza la farà l’ambiente e la regione di riferimento. Ci saranno anche tantissime opportunità per quanto riguarda Bandi e pubblicazioni, sia per associazioni che per musei e fotografi. Nel passato di Lorenza Bravetta c’è la direzione di Magnum Photos per l’Europa Continentale, la famosa agenzia mondiale di fotografi, e poi c’è anche la direzione di Camera Centro Italiano per la fotografia. È ovvio che sia una delle persone più competenti del settore e non stupisce che la sua considerazione del Piano sia speranzosa, ritenendola come un piccolo tassello facente parte di qualcosa di molto più grande e da raggiungere con il tempo. L’Italia al momento è il primo Paese in tutta Europa ad avere questo tipo di piano, segno del suo coraggio e della volontà di sviluppo rispetto ad altri Stati. L’attenzione generale è verso le nuove generazioni, il motore del futuro. Sono loro i veri interessati di questa professione, gli unici capace di dare impulso e positività al movimento, ordine e trasparenza all’interno di una disciplina che è entrata di diritto a far parte delle grandi discipline artistiche.
Francesco Tadini – fondatore di PhotoMilano club fotografico milanese
Leggi anche “PhotoMilano, la fotografia e un grano di follia”: https://photomilano.org/2018/05/18/photomilano-la-fotografia-e-un-grano-di-follia-di-francesco-tadini/
Francesco Tadini ha fondato – ecco sua pagina personale sul sito all’indirizzo https://photomilano.org/francesco-tadini/ – nel giugno 2017 il gruppo Facebook “Photo Milano, passione (e non solo) per la fotografia” che comprende, attualmente, più di 2600 iscritti. Il club fotografico ha sede presso la Casa Museo Spazio Tadini in via Niccolò Jommelli 24 a Milano dedicata al padre – pittore e scrittore – Emilio Tadini, altra creazione di Francesco Tadini, che – insieme all’altra fondatrice della casa museo, Melina Scalise e alla curatrice e agente fotografica (oltre che coreografa di fama) Federicapaola Capecchi – supporta l’attività del club con l’organizzazione di mostre fotografiche, workshop e serate conviviali. Alle esposizioni collettive e personali – da giugno 2017 a oggi – hanno partecipato centinaia di fotografi milanesi e non.
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