Robert Doisneaufotografia

Robert Doisneau, mostra a Lecco: Pescatore d’immagini

Robert Doisneau

Robert Doisneau, Un chien à roulettes, 1977 @ Atelier Robert Doisneau – per la mostra a Lecco Pescatore d’immagini a Palazzo delle Paure

Robert Doisneau, mostra a Lecco: Pescatore d’immagini, a Palazzo delle Paure (piazza XX Settembre) da sabato 23 giugno al 30 settembre 2018. Grande fotografia in un’esposizione che comprende settanta immagini e curata dall’Atelier Robert Doisneau. Il Catalogo è firmato Skira. Biglietti d’ingresso: Intero, €9,00, Ridotto, €7,00 (ragazzi dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, gruppi precostituiti di adulti oltre le 15 persone, Soci FAI e TCI).

Robert Doisneau Pescatore d’immagini

Robert Doisneau

Robert Doisneau, L’enfer, 1952 @ Atelier Robert Doisneau – mostra curata dall’Atelier Robert Doisneau – Francine Deroudille ed Annette Doisneau – in collaborazione con Piero Pozzi, col patrocinio del Comune di Lecco

La mostra fotografica Pescatore d’immagini, curata dall’Atelier Robert Doisneau – Francine Deroudille ed Annette Doisneau – in collaborazione con Piero Pozzi, col patrocinio del Comune di Lecco, è prodotta e realizzata da Di Chroma Photography e ViDi – Visit Different.

Il percorso espositivo rappresenta tutto l’arco della sua carriera con fotografie come Le Baiser de l’Hôtel de Ville, Les pains de Picasso, Prévert au guéridon e apre con l’autoritratto del 1949 per poi prendere in considerazione i soggetti a lui più cari, conducendo il visitatore in una super-piacevole bighellonata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, nei bistrot e nelle gallerie d’arte della capitale francese.

I soggetti prediletti delle sue fotografie sono, infatti, i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo. 

Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori, poeti, come Jacques Prévert col quale condivise, fino alla sua morte, un’amicizia fraterna e qui presente con uno scatto –Prévert au guéridon– che lo ritrae seduto al tavolino di un bar con il suo fedele cane e l’ancor più fedele sigaretta.

Com’ebbe modo di ricordare lo stesso Doisneau, “Le meraviglie della vita quotidiana sono così eccitanti; nessun regista può ricreare l’inaspettato che si trova nelle strade”.

A Lecco, si possono ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, scattata nel 1950, che ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre, attorno a loro, la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui.

Il lavoro di Doisneau dà risalto e dignità alla cultura di strada dei bambini; ritornando spesso sul tema dei più piccoli che giocano in città, lontani dalle restrizioni dei genitori, trattando il tema del gioco e dell’istruzione scolastica con serietà e rispetto, ma anche con quell’ironia che si ritrova spesso nei suoi scatti.

È il caso di Les pains de Picasso, in cui l’artista spagnolo, vestito con la sua tipica maglietta a righe, gioca a farsi ritrarre seduto al tavolo della cucina davanti a dei pani che surrogano, con la loro forma, le sue mani.

L’esposizione è la prima del programma triennale (2018-2020), messo a punto dal Comune di Lecco in collaborazione con ViDi – Visit Different, che porterà a Palazzo delle Paure i grandi nomi dell’arte e che proseguirà dal 19 ottobre al 20 gennaio 2019, con L’Ottocento lombardo. Da Hayez a Segantini che approfondirà attraverso cinquanta opere dei maggiori autori del XIX secolo, l’evoluzione artistica e l’ambiente culturale fioriti in Lombardia nell’Ottocento.

Leggi anche l’articolo di Francesco Tadini su Robert Doisneau pubblicato sul magazine online Milano Arte Expo per la rassegna “Grandi fotografi”: http://milanoartexpo.com/2016/10/14/robert-doisneau-strade-di-parigi-bacio-foto-in-bianco-e-nero-grandi-fotografi/

Robert Doisneau biografia in breve

Robert Doisneau

Robert Doisneau, Un chien du pont des Arts, 1953 @ Atelier Robert Doisneau

Robert Doisneau (1912-1994), che amava paragonarsi a Eugène Atget, uno dei padri della fotografia del Novecento, percorre fotograficamente le periferie di Parigi per “impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente”.

È una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana, qualche volta reinventata. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione.

Noto oggi al grande pubblico, Doisneau, dopo essersi diplomato all’École Estienne, scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e, nel 1934, fotografo per le officine Renault da cui viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo.

Autore di un grande numero di opere (gli archivi di Robert Doisneau comprendono circa 450.000 fotografie), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.

Ufficio stampa: ViDi –  CLP Relazioni Pubbliche, che ringraziamo per il comunicato e le immagini.

Francesco Tadini – fondatore di PhotoMilano club fotografico milanese

Leggi anche “PhotoMilano, la fotografia e un grano di follia”: https://photomilano.org/2018/05/18/photomilano-la-fotografia-e-un-grano-di-follia-di-francesco-tadini/

Francesco Tadini ha fondato – ecco sua pagina personale sul sito all’indirizzo https://photomilano.org/francesco-tadini/ – nel giugno 2017 il gruppo Facebook “Photo Milano, passione (e non solo) per la fotografia” che comprende, attualmente, più di 2600 iscritti. Il club fotografico ha sede presso la Casa Museo Spazio Tadini in via Niccolò Jommelli 24 a Milano dedicata al padre – pittore e scrittore – Emilio Tadini, altra creazione di Francesco Tadini, che – insieme all’altra fondatrice della casa museo, Melina Scalise e alla curatrice e agente fotografica (oltre che coreografa di fama) Federicapaola Capecchi – supporta l’attività del club con l’organizzazione  di mostre fotografiche, workshop e serate conviviali.  Alle esposizioni collettive e personali  – da giugno 2017 a oggi – hanno partecipato centinaia di fotografi milanesi e non.

1 risposta »

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.