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Ivan Origgi: Secondo Premio del Giovanni Raspini Milano Mood Portrait

Ivan Origgi è vincitore del Secondo Premio del concorso fotografico Giovanni Raspini Milano Mood Portrait per la sezione Urban Design & People con la fotografia pubblicata in questo articolo.

Motivazioni della giuria del premio fotografico

Queste le motivazioni date dai giurati Francesco Tadini (fondatore di PhotoMilano – Club fotografico milanese), Roberto Mutti (direttore artistico del Milano Photo Festival), Michele Smargiassi (giornalista e curatore del blog Fotocrazia), Alessia Glaviano (photo editor e caporedattore Vogue Italia), Leonello Bertolucci (Fotografo, photoeditor, giornalista, docente all’Istituto Italiano di Fotografia), Federicapaola Capecchi (curatrice indipendente e coreografa) e Melina Scalise (giornalista, psicologa e presidente Casa Museo Spazio Tadini) :

Francesco Tadini

Se l’essere umano si riflette in ciò che fa, nel mondo quasi interamente antropizzato della metropoli contemporanea un manichino in vetrina è carne da sogno. Il sogno di tutte le personalità che potremmo indossare e consumare, per essere nel tempo. L’enigma, come nella pittura di De Chirico, sta nella nostalgia che ci assale nella smemoratezza del nostro nudo volto. Ivan Origgi ha saputo, con questa fotografia, miscelare lo scorrere quotidiano della vita cittadina, con un elemento che sospende la banale “documentazione” per accedere a una riflessione metafisica.

Roberto Mutti

In questa immagine Ivan Origgi costruisce un intero mondo evocativo: il gioco di ombre e luci gli permette di sfruttare i diversi piani grazie ai quali conferisce alla sua fotografia una grande profondità che la presenza dei particolari carica di un’atmosfera velatamente misteriosa.

Michele Smargiassi

La città tradizionale e i contrasti del contemporaneo. Nell’ombra dei suoi contrasti, un volto umano ma non umano emerge come un fantasma in attesa di qualcosa.

Alessia Glaviano

La fotografia di Ivan Origgi rammenta l’importanza della contemplazione: solo attraverso un’attenta osservazione si possono cogliere gli indizi disseminati nella realtà, anche in quella caotica di una metropoli contemporanea.

Leonello Bertolucci

Una Milano che non ti aspetti, onirica e popolata da “presenze” che nel quotidiano ritmo frenetico non sappiamo vedere. Padronanza perfetta della luce, giocata in chiaroscuri inquietanti che rendono emotivamente ancora più intenso il risultato.

Federicapaola Capeccchi

Una buona foto è anche sempre intrisa di mistero. E della capacità di continuare il racconto, prima e dopo, oltre e fuori dall’inquadratura e dai bordi della fotografia stessa. Questa fotografia è in qualche modo misteriosa, perché ci mostra non solo ciò che è ma, per dirla come sosteneva Minor White, anche “cos’altro è”. Milano, antica e nuova, frammenti di visione e un’attesa, sospesa, silenziosa, senza volto … Ivan Origgi sofferma la nostra attenzione su un manichino … La necessità di ascoltare e non solo di guardare. Un movimento di luci, ombre e chiaroscuri che ci obbliga a cercare di prestare attenzione.

Melina Scalise

Una Milano che emerge – in questa fotografia di Ivan Origgi – tra la storia e il fascinoso mondo delle vetrine. Una Milano in cui le persone si specchiano quanto gli edifici nelle pareti vetrate fino a generare un gioco infinito di sguardi e non senza un velo di inquietudine e di estraniamento. Una città di sguardi, di telecamere e di fotografie. Lì per strada, c’è sempre qualcuno che ci guarda.

Ivan Origgi - Ghost in the City - secondo premio per la sezione Urban Design & People del concorso fotografico Giovanni Raspini Milano Mood Portrait
Ivan Origgi – Ghost in the City – secondo premio per la sezione Urban Design & People del concorso fotografico Giovanni Raspini Milano Mood Portrait

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