contest fotografici

Gli scalpellini artisti, di Filomena Schiattone – Contest fotografico PhotoMilano

La Pietra di Carniglia Mestieri da (ri) scoprire – Contest Estate PhotoMilano 2019

L’estrazione e la lavorazione della pietra arenaria  di Carniglia, materia prima dell’Alta Val Taro (PR).

Da circa 10 anni percorro periodicamente il tratto di strada che va da Borgo Val Di Taro, attraversando la Cisa, fino a Santa Maria dl Taro.

Attraversando Bedonia la strada di inerpica e attraversa la Valle del Taro  incrociando piccoli borghi e frazioni spesso quasi disabitati in inverno, che in estate si ripopolano di famigliole, molti immigrati in Inghilterra e in Francia,  che conservano in quei luoghi le case di famiglia.

Sono passata decine di volte davanti a quel piccolo laboratorio senza mai chiedermi cosa stessero facendo quelle persone accovacciate al sole in estate, e al freddo in inverno, e accanto a loro cumuli di pietre, a volte già imballate e a volte sparse nel cortile in un ordine casuale.

Filomena Schiattone, Contest fotografico PhotoMilano Estate 2019
Filomena Schiattone, Contest fotografico PhotoMilano Estate

Ma quel giorno ho detto a Claudio che guidava: fermati ! fermati! voglio vedere cosa fa quell’uomo con uno scalpello e una mazza.

Non mi ero mai domandata da dove venisse tutta quella pietra di cui sono fatte quasi tutte le case dei borghi, e le chiese, e i selciati i viottoli, le scale, i pavimenti  le facciate.  Ed è così che ho scoperto la pietra di Carniglia e la sua storia.

Lui mi ha raccontato che questo lavoro fa parte della sua famiglia da 4 generazioni, ma non sa se i suoi figli lo continueranno, che è destinato a scomparire perchè è un lavoro duro che i giovani non vogliono fare.

Alla mia domanda “ma perchè si fa ancora a mano un lavoro così?” mi ha risposto “perchè le cose fatte a mano sono ancora apprezzate e volute e sono più belle

E allora ho scoperto  che questa pietra dai riflessi grigio-argentei era presente nel territorio già dal 1800 e una leggenda narra che  fu S. Bernardino a scoprila e a rivelarla  agli abitanti del luogo.  Abili  scalpellini-artisti nel corso degli anni hanno raffinato l’arte di lavorare i grossi blocchi di pietra che vengono estratti da 4 cave presenti nel territorio .

È stato affascinante conoscerlo, mi sarebbe piaciuto stare più tempo a chiacchierare ma lui stava lavorando e ci siamo salutati con un grazie da parte mia e un arrivederci da parte sua. Filomena Schiattone

CONTEST PHOTOMILANO ESTATE 2019

Periodo di iscrizione e pubblicazione: da domenica 21 luglio a domenica 22 settembre. Periodo di votazione: da sabato 3 agosto a giovedì 26 settembre. Votazioni online a determinare finalisti tramite gruppo Facebook (vedi LINK). Votazioni finali in diMercoledì dal vivo: 2 OTTOBRE 2019.

Il numero, per le votazioni per la definizione dei finalisti del contest, di questo articolo è 12 – La categoria è Mestieri da (ri)scoprire

Per informazioni, inviare mail a Francesco Tadini: francescotadini61@gmail.com o a Federicapaola Capecchi: federicapaola@gmail.com

PhotoMilano club fotografico milanese

Francesco Tadini ha costituito – vedi la sua pagina su questo sito all’indirizzo https://photomilano.org/francesco-tadini/ – nel giugno 2017, il gruppo Facebook Photo Milano, passione (e non solo) per la fotografia che raggiunge e unisce, attualmente, l’attività di più di 3100 iscritti. Il club fotografico ha sede presso un’altro progetto di Francesco Tadini: la Casa Museo Spazio Tadini in via Niccolò Jommelli 24 a Milano che – insieme all’altra fondatrice della casa museo, Melina Scalise e alla curatrice e agente fotografica (oltre che coreografa di fama) Federicapaola Capecchi – supporta l’attività del club con l’organizzazione di mostre fotografiche, workshop e serate di presentazione.  Alle esposizioni collettive e personali  – da giugno 2017 a oggi – hanno partecipato centinaia di fotografi milanesi e non. Il progetto di PhotoMilano è nato con l’intento di unire e rafforzare le relazioni tra fotografi professionisti – di vari settori – e le migliaia di appassionati che nella fotografia trovano non solo uno svago, ma un’occasione vitale di crescita.

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